In un tour de force di innovazione e audacia, SpaceX ha recentemente condotto un secondo test rivoluzionario della sua imponente navicella Starship, accompagnata dal suo potente booster Super Heavy.
Sebbene la missione non abbia raggiunto la piena realizzazione, con entrambi i veicoli che alla fine sono esplosi nell’Oceano, questo tentativo ha segnato un progresso significativo rispetto al primo volo di prova in aprile, quando la Starship non si era nemmeno separata dal booster Super Heavy.
Il momento culminante di questo test è stato il debutto di una tecnica innovativa chiamata “hot staging”, che ha permesso alla Starship di staccarsi con successo dal Super Heavy dopo circa due minuti e mezzo di volo.
Elon Musk, CEO di SpaceX, aveva precedentemente descritto questa fase come la più rischiosa del volo, e il superamento di questa sfida è stato considerato un successo da SpaceX.
Tuttavia, il booster Super Heavy ha perso il controllo subito dopo la separazione, culminando in una spettacolare esplosione sul Golfo del Messico. Questa perdita, sebbene sia stata un contrattempo, non è stata vista come un ostacolo maggiore per SpaceX.
Dopo la separazione, la Starship ha continuato il suo volo senza intoppi per circa 8 minuti, ricevendo applausi da tutto il controllo della missione, prima che si perdesse il contatto e la telemetria, portando SpaceX a distruggere la navicella per prevenire un percorso fuori rotta.
Nonostante questi eventi, il test è stato etichettato come un successo da SpaceX, con la raccolta di dati preziosi che contribuiranno a miglioramenti futuri.
Il capo della NASA, Bill Nelson, ha anche espresso congratulazioni per il volo. La NASA sta investendo oltre 4 miliardi di dollari in Starship, con l’obiettivo di utilizzarla per atterrare gli astronauti sulla Luna nell’ambito del suo ambizioso programma Artemis, con un primo atterraggio previsto per dicembre 2025.
Questo test ha dimostrato l’approccio unico di SpaceX nel campo dell’esplorazione spaziale: costruire rapidamente nuovi prototipi e testarli fino al punto di rottura.
Questa filosofia contrasta con quella della NASA, che si concentra sulla costruzione e sull’approfondita progettazione e test a terra prima del lancio.
Infine, il volo ha raggiunto un’altitudine di circa 150 chilometri, superando il confine dello spazio esterno riconosciuto dagli Stati Uniti (80 km) e la linea Kármán a livello internazionale (100 km), un risultato impressionante che sottolinea il potenziale rivoluzionario di Starship nel campo dell’esplorazione spaziale.